venerdì 26 febbraio 2010

Il Guru O'Reilly


In questo viaggio nei meandri della Rete non si può non concludere con alcuni punti chiave che si possono evincere da uno dei capisaldi del Web 2.0, ossia l'articolo di Tim O'Reilly (di cui abbiamo già parlato) che sancisce un po' la nascita e consacrazione di questo nuovo modo di fare e vedere tutto ciò che è Web.

L'articolo originale lo potete trovare all'indirizzo:

http://oreilly.com/web2/archive/what-is-web-20.html

Nel Web 1.0 il browser più utlizzato era Netscape, sistema abbastanza complesso e macchinoso.
Nel Web 2.0 Google ha anche creato un proprio browser (Chrome) ed anche un proprio sistema operativo leggero e gratuito che si installa prevalentemente sui netbook.

Nel Web 1.0 DoubleClick era usato per la pubblicità online, con invadenti poup-up che comparivano all'accesso di molti siti.
Web 2.0 Ad-Sense gestisce piccoli spazi pubblicitari in piccoli siti, impedendo quell'invasione tipica del Web 1.0.

Nel Web 1.0 Akamai gestiva la distribuzione dei contenuti basandosi sui grandi siti e non sugli utenti.
Web 2.0 BitTorrent offre un servizio basato sull'uso degli utenti, che più condividono i file più permettono di scaricare agli altri.

Ed è proprio la collettività e la possibilità di scambiarsi commenti, considerazioni, e di dibattere che fa del Web 2.0 una vera e propria invenzione indovinata, che si sotituisce al vecchio con un un'innovazione tutta volta alla comunicazione. Oltre a questo gli addetti ai lavori di tale settore possono sfruttare i database e le informazioni facilmente reperibili degli utenti che frequentano i siti dove è inclusa un'iscrizione (vedi Facebook e tutti i social network) per diffondere proposte pubblicitarie e offerte, il vero motore del mercato del nostro secolo.

Il Web 2.0 è spesso un servizio ma anche un modo per collaborare alla creazione di certi progetti online, come nel caso della pratica dell'OpenSource per cui gli utenti possono partecipare alla realizzazione di un software in modo gratuito sia per gli sviluppatori che per gli utenti. E' il caso del famoso programma di videoscrittura OpenOffice, alternativo al pacchetto Microsoft.

Anche la parte grafica è molto mutata nel Web 2.0: AJAX è un'insieme di tecnologie che incorpora XHTML e CSS, presentando una visualizzazione dinamica e permettendo lo scambio di dati in formato XML. Tutto ciò tenuto insieme da JavaScript, strumento introdotto da Google con Maps e Gmail ad esempio.

Cosa dire dunque se non.. il Web 2.0 ci ha sicuramente migliorato la vita.. da navigatori!

martedì 26 gennaio 2010

Riflessioni in.... bytes


I social network(e networking) ci hanno estremamente cambiato, dal punto di vista cognitivo, da quello relazionale e perfino da quello di approccio al mondo professionale. Il mio viaggio fra gli innumerevoli strumenti del Web 2.0 vuole chiudersi con alcune considerazioni personali a proposito dei benefici e dei difetti di alcuni di questi, che, se usati in modo approfondito, possono sicuramente essere armi in più in un mondo come il nostro, sempre più a braccetto con la tecnologia. Ma andiamo con ordine:

- Twitter e il microblogging in generale rappresenta il futuro, un futuro sempre più mobile e frenetico, dove i 140 caratteri bastano ad eseprimere stati d'animo e luoghi, pensieri e parole. Il connubio con il cellulare fa sì che due delle cose più irrinunciabili dell'uomo del terzo millennio (internet e telefonino) possano viaggiar di pari passo, e permettere la comunicazione semplice ed immediata. Forse l'America è più avanti di noi in questo senso, perchè è riuscita a proporre piani tariffari convenienti che hanno spinto milioni di persone ad adottare il culto del microblogging, in Italia ancora si fatica. La mia pagina Twitter è http://twitter.com/Quistis88 e in questi ultimi mesi ho provato le sue innumerevoli funzionalità: dalla pubblicazione di messaggi dal cellulare, alla condivisione di immagini e video (direttamente da Youtube ad esempio), all'interoperabilità con Facebook. Interessante.

- Facebook (e i socialnetwork) rappresenta il presente, un presente che da due anni a questa parte in Italia è fatto da una vera e propria ossessione per lo scambio di informazioni, immagini, video, pensieri e chi più ne ha più ne metta. Soprattutto i giovani, ma non solo, sono letteramente drogati da un sistema di condivisione tanto semplice quanto geniale che permette di stare sempre aggiornato su tutto e tutti, e mette in mostra un po' le debolezze della nostra società, l'egocentrismo, la solitudine, la vanità. Però ci sono anche aspetti positivi non sottolineati come la totale libertà di pensiero, la riflessione, lo scambio, la ricerca di persone che non vediamo da tempo. Insomma un fenome sociale che vale la pena provare, e sono sicura che anche i più reticenti alla fine cederanno. Per chi mi volesse aaggiungere su FB il mio nome completo è Alessandra Gramignano. Le funzionalità utilizzate negli ultimi tempi sono quelle di interoperabilità con altri siti come Twitter o Youtube. Geniale.

- Linkedin (e tutti i socialnetworking) rappresenta la realtà professionale del futuro. Una realtà fatta di curriculum digitali, di contatti globalizzati,di possibilità di lavoro anche all'estero. Un mondo che mi era oscuro ma che accolgo cn molto interesse, considerando la crisi finanziaria che ci ha colpito e il bisogno di sperare in un futuro fatto di collaborazione e aiuto ai giovani che vogliono cominciare a rendersi indipendenti economicamente. La possibilità di contattare, attraverso una rete di amicizie, personaggi di alto livello in svariati settori lavorativi in tutto il mondo, rappresenta secondo me una vera e propria possibilità. Che va usata e sfruttata al meglio. Peccato solo che ci sia questi sistema di "acquisto" dei contatti quando non si ha una diretta conoscenza della persona in questione. Lo trovo poco a portata di mano per chi, come i giovani d'oggi, faticano anche ad arrivare alla fine del mese. Aggiungetemi alla vostra rete Linkedin cercandomi per nome e cognome! Utile.

- Di Wikispaces ho poco apprezzato l'utilità fin'ora forse perchè molto più adatto a chi sia già addentatro nel mondo del lavoro, e non a chi lo cerca. L'idea di base mi convince comunque, perchè credo sia sicuramente intelligente questa idea di condivisione documentaria sorpattutto nel campo della traduzione che a me affascina moltissimo. Per il lavoro d'equipe è ottimo sicuramente. L'ho utilizzato principalmente per condividire con il mio corso di studi i contenuti del mio blog che potete trovare qui http://labweb-alessandragramignano.wikispaces.com/. Da scoprire.

- Di Google come motore di ricerca pensavo di sapere un po' tutto invece negli ultimi tempi ho scoeprto un bel po' di cose interessanti. Come la possibilità di creare una casella email sicura e spaziosa con Gmail, quella di creare mappe personalizzate con GoogleMaps, o di avere sempre a portata di mano i documenti del mio pc caricandoli semplicemente su Googledocs. La cosa più divertente è stata sicuramente sbirciare fra i diversi gadget che GoogleLabs mette a disposizione degli utenti per un testing (in particolare io ho scaricato gratuitamente Google Desktop con ottimi risultati). La mia email su Google è quistis25@gmail.com per chi volesse scrivermi! Poliedrico.

- I socialbookmarking come Digg o Delicious sono un buon modo per stare sempre aggiornati. Ci sono molte notizie che giornalmente mi piace leggere online piuttosto che sul giornale, e attarverso siti come questi ho potuto leggerle e condividerle su tutti i maggior socialnetwork a cui sono iscritta. Un modo semplice e veloce per mostrare i miei interessi e far riflettere i miei amici su temi a me cari. Ho trovato Digg più userfirendly e facile da usare con Facebook e Twitter. Nuovi.

- Youtube è un modo che ho sempre vissuto da spettatrice e mai da protagonista. Ma quando mi sono decisa a registrarmi e a pubblicare video favoriti e personali ho scoperto la bellezza di questro strumento. La cosa più bella credo siano i commenti che permettono di capire quando un video abbia riscosso successo, scandalo o riflessione fra gli utenti. Un vero e proprio sondaggio di gradimento dei prodotti che dovrebbe essere sfruttato dalle case discografiche o dalle grandi aziende per vendere solo cose che piacciono alla gente. La mia pagina Youtube è http://www.youtube.com/user/quistis1988. In fermento.

venerdì 22 gennaio 2010

Lesson number 9: Youtube..trasmettiamoci!



Insieme a Youtube è uno dei siti più cliccati al mondo, da giovani e meno giovani. Si tratta, per chi non lo sapesse ancora, di un metodo di condivisione di video di parecchi formati (WMV, .AVI, .MOV, .3GP e .MPEG) e di qualsiasi argomento tra utenti. Chiunque si sia registrato gratuitamente sul sito potrà tranquillamente caricare un video di propria creazione ma, come spesso accade anche se non in maniera del tutto legale, anche di proprietà di terzi (video musicali, spettacoli televisivi..).
Youtube è diventato un vero e proprio fenomeno culturale, sul quale ormai qualsiasi contenuto è visibile agli occhi di milioni di persone, che possono anche senza caricare niente, commentare a ripetizione quelllo che vedono, scatenando veri e propri dibattiti su questioni di vario genere e decretando il successo di prodotti soprattutto musicali o artistici in genere. Il meccanismo è molto semplice: basta accedere al sito di Youtube, inserire nel campo di ricerca in alto una parola chiave e scegliere fra le varie alternative proposte. Poi basta solo cliccare su play e il gioco è fatto. I commenti sono visibili al di sotto della finestra video e come gia detto ognuno di noi può aggiungere una qualsiasi opinione. E' inoltre possibile la condivisione dei video su altri siti, come Facebook o qualsiasi altra pagina in html.

sabato 9 gennaio 2010

Confronti... Blog, Microblogging e Wiki


Il Web 2.0 lascia spazio anche ad alcuni interessanti confronti fra i suoi strumenti, soprattutto tra quelli più nuovi come microblogging e wiki e quelli più vetusti, come il blog. Tutti e tre le modalità, se cosi vogliamo chiamarle, hanno riscosso un naturale successo e pur somigliandosi per alcuni aspetti, si addicono ad ambiti e autori con caratteristiche del tutto differenti. Ma vediamoli nel dettaglio:

Il Blog nasce come vero e proprio diario personale online, metodo di scrittura creativa per chi abbia voglia di esprimere il proprio pensiero, le proprie esperienze, le proprio emozioni. In seguito se n'è compresa l'utilità anche in termini politici, giornalistici e soprattutto pubblicitari. Sempre di più infatti le aziende utilizzano i blog per diffondere la cosiddetta pubblicità virale, e sempre più personaggi pubblici utilizzano i blog per farsi propagnada di vario genere, con seguiti importanti del resto. Il blog è un modo per esprimersi in libertà, senza censure, e quindi presuppone la lunghezza e l'accuratezza dei singoli articoli, nonchè il tempo. Un buon sito per la creazione semplificata e gratuita di un blog è Blogger, per l'appunto.

Proprio il fattore "tempo" è l'ago della bilancia nel raffronto blog/Microblogging. Quest'ultimo infatti, che permette la pubblicazione di messaggi di breve lunghezza in modalità spesso mobile (basti pensare a Twitter che ne è l'esempio più famoso) si adatta proprio a quella fascia di utenti con esigenze di tempo limitato, di spostamenti frequenti e soprattutto di rimanere in contatto con tutti gli amici il più possibile e dovunque ci si trovi. Il microblogging risponde in tutto e per tutto a queste esigenze.

I Wikies invece, sono sicuramente lo strumento di maggiore funzionalità in termini soprattutto diddattici. Essi permettono infatti di pubblicare testi di vario genere e di condividerli con colleghi, studenti, compagni e rappresentano in ambito scolastico/lavorativo un supporto di gran valore. Basti pensare a quanto siano utile nella traduzione d'equipe: quando si lavora in gruppo su una traduzione di ampia lunghezza la pubblicazione di un wiki può risolvere vari problemi, facendo sì che ci si controlli a vicenda il lavoro o lo si abbia in modo simultaneo a disposizione senza problemi di sorta. Insomma, il blog potrebbe anche avere le stesse facilitazioni ma ha assunto diverse funzioni nel tempo, ed altre le ha tralasciate. Queste ultime sono state adottate dai Wiki, per la gioia di chi richiede facilitazioni in campo lavorativo (per creare wikies un ottimo sito è WikiSpaces).

Ce n'è per tutti i gusti quindi.. il sognatore o lo scrittore probabilmente sceglierà il blog, lo sportivo, il businessman o il giovane alla moda preferirà il microblogging, mentre il maestro o il traduttore si affideranno al wiki. A voi la scelta!

lunedì 4 gennaio 2010

Lesson number 8: API.. che non pungono!


Vi siete mai resi conto di quanto siano in comunicazione fra loro gli strumenti del Web 2.0? Se no, sappiate che Facebook e Twitter parlano fra loro e non sono gli unici. Come? Attraverso le API.

Tecnicamente, le Application Programming Interface API (Interfaccia di Programmazione di un'Applicazione), sono ogni insieme di procedure disponibili al programmatore, di solito raggruppate a formare un set di strumenti specifici per un determinato compito. È un metodo per ottenere un'astrazione, di solito tra l'hardware e il programmatore, o tra software a basso ed alto livello. Le API permettono di evitare ai programmatori di scrivere tutte le funzioni dal nulla. Le API stesse sono un'astrazione: il software che fornisce una certa API è detto implementazione dell'API.

Parlano in termini più semplici le API permettono l'interoperabilità tra siti, e cioè di pubblicare informazioni sui maggiori siti di socialnetwork attraverso un'unica azione, non accedendo quindi ogni volta a molteplici pagine complicandoci così la vita. E' possibile ad esempio pubblicare su Facebook i cinguettii di Twitter attraverso una semplice applicazione chiamata Twitter Updater, oppure fare esattamente il contrario, quindi gestire Twitter tramite Facebook, a saconda delle esigenze . E ce ne sono molti altri. Anche Linkedin e Twitter possono rimanere in contatto tramite un appliazione apposita del socialnetworking.

Interessanti sono inoltre i numerosi siti di pubblicazione di dati multimediali su Twitter: Da TwitPic, a TinyURL e Bit.ly (rispettivamente siti per pubblicare foto e url troppo lunghi per i 140 caratteri di Twitter) semplicemente inserendo i dati di LogIn del proprio account Twitter per l'appunto.

martedì 22 dicembre 2009

Lesson number 7: Social bookmarking... so Delicious!




Ultimo figlio del Web 2.0 da noi analizzato, ma non per importanza, il social bookmarking è un servizio che rende disponibili elenchi di segnalibri (bookmark) creati dagli utenti wul web. Questi elenchi sono liberamente consultabili e condivisibili con gli altri utenti appartenenti alla stessa comunità virtuale. I siti di social bookmarking si servono dei tag (etichette, categorie) per catalogare le informazioni. Questi siti ( fra i quali i più famosi sono Digg e Delicious) sono uno strumento facile e intuitivo per individuare, classificare, ordinare e condividere le risorse Internet attraverso il tagging, cioè l'etichettatura.

In un sistema di social bookmarking gli utenti registrano un catalogo di risorse Internet valutate di un certo interesse. Questi elenchi sono pubblicamente accessibili e altre persone con analoghi interessi possono visionarli, casualmente o suddivisi per categorie. Alcuni sistemi di social bookmarking salvaguardano la privacy, consentendo la registrazione di segnalibri in forma anonima, ovvero non associati ad un nominativo. La maggioranza dei servizi di social bookmarking permette agli utenti la ricerca di segnalibri associati a determinate etichette (tag), oltre all'ordinamento delle singole risorse Internet in base al numero delle segnalazioni.

Il servizio presenta sia pro che contro che vanno analizzati per capire il reale valore dello strumento:

PRO DEI SOCIALBOOKMARKING : Il concetto di etichettatura (tagging), che è una classificazione "umana" delle informazioni, si differenzia molto dal sistema di algoritmi utlizzato ad esempio nei motori di ricerca, e permette una ricerca semanticamente marcata. Inoltre il sistema organizza le informazioni in base all'interesse che gli utenti pongono verso alcune informazioni, cosa che non succede nei motori di ricerca dove stanno all'attenzione dell'utente i siti che hanno più collegamenti esterni che puntano su di essi.

CONTRO DEI SOCIALBOOKMARKING: gli aspetti negativi sono riassumibili in 1) mancanza di una serie codificata di parole chiave 2) assenza di uno standard per la struttura delle etichette (ad es. singolare contro plurale, uso delle lettere maiuscole, ecc.) 3) scorrette catalogazioni dovute a errori di ortografia, etichette che possono avere più di un significato, schemi di categorizzazione altamente "personalizzati" da parte di alcuni utenti.
Infine, non esiste la possibilità per l'utente di evidenziare le relazioni gerarchiche tra le etichette (indentificazione delle sottocategorie)

Visto che questi siti sono comunque in continua evoluzione, non vale forse la pena provare?

Lesson number 6: Wikizziamoci!


Forse il meno conosciuto fra tutti gli strumenti del Web 2.0 è Wikispaces. Un wiki è un sito aggiornato periodicamente dai suoi usufruitori e i cui contenuti sono sviluppati in collaborazione da tutti coloro che vi hanno accesso. La modifica dei contenuti è aperta, nel senso che il testo può essere modificato da tutti gli utenti cancellando o aggiungendo quello che i precedenti autori hanno inserito. Ogni modifica è registrata in una cronologia che permette in caso di necessità di riportare il testo alla versione precedente;

Lo scopo è quello di condividere conoscenza in modo collaborativo. Il termine wiki indica anche il software collaborativo utilizzato per creare il sito web e il server. Un wiki permette di scrivere collettivamente dei documenti in un semplice linguaggio di marcatura (markup) usando un navigatore (web browser). Poiché la maggior parte dei wiki si basa sul web, il termine "wiki" è di solito sufficiente. Una singola pagina in un wiki è chiamata "pagina wiki", mentre l'insieme delle pagine, che sono usualmente strettamente interconnesse, è chiamato "il wiki". Una caratteristica distintiva della tecnologia wiki è la facilità con cui le pagine possono essere create e aggiornate. Generalmente, non esiste una verifica preventiva sulle modifiche, e la maggior parte dei wiki è aperta a tutti gli utenti , o almeno a tutti quelli che hanno accesso al server wiki. In effetti, perfino la registrazione di un account utente non è sempre richiesta.

Che dire.. wikizziamoci!